Le tette di Molly Malone

Fervono i preparativi per la France (urrà!). Domani si parte, quindi oggi è d’organizzazione e pulizia, o di organizzata pulizia, o come dir si voglia.

La mattinata è passata dondolando sull’invisibile filo del telefono, dove banca e assistenza PayPal hanno dato 2 scossoni che pensavo mi avrebbero fatto cadere e sbucciare le ginocchia. Invece tutto ok, pare che quando la banca decide di cambiare denominazione e IBAN siano cose che succedono. Sì, però…

Dopo ho pensato bene di mettere sul terrazzo un piccolo vaso regalatomi dai miei dove un ormai decrepito bulbo di un qualcosafiorelloso si era suicidato tempo fa. Ecco. Questo ha mandato Artemisia decisamente fuori di melone. Ora è lì che lo guata e nemmeno i croccantini riuscirebbero a distrarla!

Mentre continuavano le pulite organizzazioni infine ho scovato un appunto del viaggio che abbiamo fatto io e la mia Ala Di Gabbiano l’anno scorso, quando andammo a Dublino.

E’ solo un appunto, ma mi ha fatto sentire come quando ritrovi un giocattolo che adoravi da piccola. Come quando ritrovi vecchi diari di scuola. Lo stesso calore delle mondine appena tolte dal fuoco.

Giovedì 13 gennaio 2011

ore 8:00

In Partenza per Belfast

ore 8:12

Sempre sull’autobus per Belfast, già nostalgici perché sabato torneremo a Lucca da tutto ciò che ci manca…per esempio la stronzettina [Artemisia, n.d.r]! Il primo essere vivente a cui abbiamo scritto una cartolina da Dublino, seguita poi dai genitori di entrambi.

Perché comunque alla fine ci eravamo affezionati a Dublino e “alle cose nate esclusivamente per turisti” che avevamo imparato a conoscere, come ad esempio il Temple Bar e la sua birra, ma soprattutto il suo Irish Coffee. C’eravamo affezionati però anche a ciò che coi turisti aveva poco a che fare, vedi Croke Park, dove ci siamo goduti una partita di calcio gaelico giocata da bambine, con una tribuna di tifosi degna di un campionato italiano di calcio, tifosi sempre bambini, ovviamente. Usciti dallo stadio, poi, 2 0 3 zombie sono usciti da un vicolo con tanto di sigaretta in bocca. Erano uomini con la pelle grigia e rincartapecorita come la morte, che si muovevano come in Resident Evil. Abbiamo accelerato il passo.

Il primo giorno a Dublino (08.01.11) l’entusiasmo di essere arrivati e anche la disorganizzazione del Lynams Hotel ci ha fatto subito immergere nella città, portandoci dritti dritti dalle tette di Molly Malone, sopra il suo Leprechaun usa e getta. La statua di Molly Malone è ossidata dal tempo, e a me pare assurdo che pure le tette siano nere come il resto! In Italia sarebbero scintillanti, intatte, come se non fossero passati neanche 2 minuti!

 

ollagappap

L’altro giorno, mentre mi accingevo alle commissioni famose di cui vi ho già parlato, sono andata a fare colazione in un bar.

Questo bar mi piace parecchio, per la lochéscion cool (anzi, cùl) e per la comodità. Si trova in una piccola corte, dove piccioni e lucchesi DOCG la fanno da padroni su questa piazzetta tutta tempestata di tavolini e sanpietrini.

Ma la cosa che più mi piace di questo bar è il pappagallo.

Più precisamente mi piace sopra ogni cosa mandare in paranoia questo maestoso pappagallo.

Avete mai provato a ripetere ciò che dice o borbotta o fischietta un pappagallo?

Avete mai visto il suo sguardo spiazzato quando VOI ripetete i sui versi?

E’ un po’ come quando a Risiko il giocatore più sgrauso tira giù 18 carte di tris e sfonda la difesa che voi credevate invalicabile, invincibile.

Insomma, una figata pazzesca!

Vive la France!

Sono giorni strani, questi. Giorni di “ferie” (io le considero tali, anche se il lavoro per ora non c’è più), giorni di organizzazione per il viaggio in Francia con Ralphy e la mia Ala Di Gabbiano.

Della mia Ala Di Gabbiano sapete già. Lui è la mia dolce metà, croce e delizia delle mie giornate.

Ralphy invece è la mia macchinina. Voglio bene a Ralphy, c’ho messo 33 anni a prendermi una macchinina tutta mia, solo mia, e ogni volta che la guardo provo un piccolo moto d’orgoglio.

 

Ralphy, però, ciuccia come un cammello disidratato, va a benzina, lei.

Il nostro viaggio avrà inizio il giorno 1° Agosto dell’anno 2012 d.c.

Nell’ordine vedremo: Marsiglia, Paesi Baschi, La Valle della Loira, la zona di Dijon, la zona di Besançon, e poi torneremo nella nostra piccola corte di Lucca drento.

Amo viaggiare in macchina. Amo quel senso di libertà che ti dà il poter decidere così, su due piedi, di cambiare direzione, l’organizzare i tuoi orari. Adoro percorrere strade immerse nel verde, che ti regalano scorci meravigliosi di campagne che sembrano presentarsi solo a te in tutta la loro calda bellezza, e adoro i giochi d’ambra di luce e ombra, quando un dolce caramello sembra posarsi su tutto ciò che lo sguardo incontra.

Penso a tutto ciò che vedremo, ai nuovi profumi, ai nuovi colori, i nuovi sapori.

Penso allo champagne.

Penso alla mostarda.

Penso ai sublimi formaggi.

Non vedo l’ora di partire!

Commissioni

StamanE mi son svegliata di buon ora, dovevo fare delle commissioni.

per la precisione 3 commissioni.

La prima riguardava una capatina in banca, dovevo parlare col mio referente di fiducia, il mitico Franco, che ogni volta viene da chiedersi come fa a stare in banca. E infatti non c’era, Franco, in banca. Franco è in ferie, lui.

La seconda invece era una capatina dal dottore. Siccome che c’ho la gattina piccola che squacquera di qua e di là come se non ci fosse un domani, e siccome ‘sta cosa va avanti da ormai 10 giorni, volevo sapere se magari non fosse il caso di farsi almeno un piccolo controllino per la toxoplasmosi (che poi si sa, è difficile prenderla dai gattini,però…). Il dottore però non c’era. E’ in ferie, lui.

 

La terza infine era pagare la multa di ieri.

Oh, lì non cera nessuno in ferie!

I buttindéntro

Camminando per Lucca oggi mi sono imbattuta nella seguente scenetta.

Luogo: nei pressi di un baretto dove fanno panini sgrausi per turisti affamati.

Personaggi: il venerando padrone del baretto, l’acerbo piccolo aiutante.

Svolgimento della trama:

” Guarda, devi fare così! Devi metterci più enfasi!” diceva Venerando trascinando Acerbo per un braccio.

“Ah, ok, forse non avevo capito” rispondeva Acerbo in preda ai fuochi della vergogna, cercando di nascondere la testa nella maglietta.

“Guarda come si fa! Gud ivenneeennn, du iu gled tu it? cam cam!!!” diceva Venerando gesticolando con bracciate degne di un parcheggiatore di aerei all’ormai sottoterra Acerbo, sfoderando una dentatura che già da sola riusciva ad indicare l’ingresso del baretto.

Non avevo mai assistito a una lezione di buttindéntro.

tappeti di uccellini

Pestare cacche di cane.

Capita a chiunque, nonostante adesso facciano i sacchettini raccoglicacche coi cuoricini. Avessi un cane non vedrei l’ora di usarli, magari li comprerei rosa! Ma evidentemente non a tutti il rosa piace, e quindi ritorniamo all’incipit.

Pestare cacche di uccellini.

Questo è per suole più fini, da intenditori. Non intendo quelle 2 o 3 macchioline sul marciapiede. Intendo proprio un tappeto di cacchette di uccellini.

A Lucca capita.

D’estate capita.

A Lucca tutti gli uccellini si danno di solito appuntamento su UN albero, che di solito si trova sopra un sottopasso pedonale, così quando uno decide di andare da A a B, passando necessariamente da C (il sottopasso della morte), si ritrova senza via di scampo a chiedersi se riuscirà ad uscire indenne alla fine delle scale o della rampa, maledicendo il momento in cui non ha pensato di prendere un ombrello, e perché no, anche un paio di scarpe di ricambio.

Stasera, tornando a casa, sono passata da A a B passando da C.

Camminavo e pensavo:” MMmmmmh, che buon profumino di Halva!”

D’oh!

Tanti punti!

Cominciare una raccolta punti del supermercato è come avere 5 anni, svegliarsi una domenica mattina in casa dei miei nonni, aspettare buona caffellatte e pane abbrustolito,e poi correre nell’orto, a vedere le galline e il gatto bianco. Accidenti, come al solito finisco nell’ortica, ma non diciamolo a nonno che se no mi riporta su in casa. L’orto è la cosa più bella del mondo!

“Nonno, posso prendere una fragola?”

“Via, giù, solo una eh, che tra ‘n po’ si va a desinare”

Ecco, una raccolta punti del supermercato mi riporta ai miei nonni, ai punti della Barilla, a quei piatti che credo siano durati lustri e rientrino nel guinness della storia delle raccolte. Mi riportano a raccolte fatte con forbici e coccoina, a cui ci si dedicava dopo zucchine fritte, striscioline e frittata fatta con gli avanzi della pastella.

Mi riportano a fragole che sapevano di infanzia, e al sorriso buono di un nonno dagli occhi del cielo.

E comunque, tra una decina di minuti vado a prendere gli asciugamani della coop.

Lucidità

Lo avevo promesso.

Avevo promesso che sarei tornata con una bella storia da raccontare. Ma in realtà, come spesso accade, torno con una storia a cui devo aprire la porta, per farla uscire in qualche modo dalla mia testa ormai colma di brutti pensieri.

E’ la storia di un orco chiamato Mobbing.

Mobbing arriva quando meno te lo aspetti. Mobbing è un orco subdolo, che sa nascondersi bene, e nonostante il tuo olfatto e le tue antenne fai finta di non avvertire, perché sai che Mobbing è più forte di te, e solo l’idea riesce ad atterrirti. Quindi cerchi di scacciarne il pensiero continuando come prima, facendo finta di non aver visto né sentito niente.

Da piccola, quando temevo la presenza di Qualcosa o Qualcuno di terribile sotto il letto o alla finestra, di notte, non sono mai riuscita a gridare:” Aiuto!!!Mamma, Papà!!!”. Non chiamavo nessuno, stavo zitta e tremavo: pensavo che quel Qualcosa o Qualcuno mi avrebbe beccata proprio perché sentiva la mia voce nel buio.

Non sono cambiata molto. La mia reazione a situazioni di pericolo è rimasta la stessa. Faccio finta di niente e tremo, per poi fuggire ormai a frittata fatta.

La frittata ormai è fatta.

Mobbing ha deciso che io sarei stata la sua ennesima vittima. Mobbing fa finta di essere un orco ben intenzionato, lo fa credere a tanti. Ma non a tutti. E adesso io grido: “Aiuto!!!”, e non mi sento sola in questa lotta contro questo orco gigante.

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Artemisia si spalma sul letto. Accanto a me. Ha deciso che il suo DNA peloso-certosino non sarà un ostacolo alle coccole delle 17:00. La penombra accompagna le note di un incerto sassofono, suonato dalla nuova vicina tedesca di quest’estate lucchese.

Farsene una ragione. Capisco che sia un’arte. Sto cercando di apprenderla, ma pare io non abbia un talento naturale. E studiare fa fatica. E non ne ho già più voglia.

Vado in cucina, apro una birra, fumo una sigaretta. Per 5 minuti non me ne frega nulla di niente e di nessuno. I 5 minuti trascorrono, e decido di rimettermi a studiare, che di strada da fare ce n’è, prima di imparare l’arte e metterla da parte.

Mi dico: questo non è un vero problema. Anzi: non è un problema vero. I problemi sono altri, ringrazia il cielo per la famiglia, la salute, e tutto ciò di bello che ti circonda.

Grazie. Davvero.

Ma Mobbing mi fa tanta paura.

E pur si muove!

Anche se molto ma davvero molto saltuariamente, ho sempre fatto capolino in questi mesi di assenza “scrivifera”, per vedere un po’ come andavano le cose ai miei pochi ma ottimi amici blogghiferi. Come al solito ho poco tempo ora come ora per scrivere un post come si deve, ma voglio dire a tutti coloro coi quali ho avuto contatti che la mia vita ha subito movimenti e scossoni notevoli in questo periodo, e come ben sapete (chi più, chi meno) a volte vengono a sacrificarsi alcune attività. Questo “sacrificio” poi si trasforma in un circolo vizioso per cui il troppo tempo ormai passato comincia a “spaventare” per la mole di cose che dovresti metterti a raccontare. Sono tutte cose che racconterò. Manca veramente poco e forse la mia vita si rimetterà a posto come si deve (finalmente).

Quando saprò che non mi sbagliavo, a chi vorrà ascoltarmi racconterò un pezzo della mia vita.

Con amore.

Arianna